Artrosi dell’anca

Artrosi dell’anca:

L’artrosi è una disfunzione dell’anca che colpisce sia uomini che donne, non solo in età avanzata ma anche nell’adolescenza. Spesso la coxartrosi è dovuta all’usura della cartilagine che ricopre le ossa; questo fa sì che le due ossa si tocchino tra loro causando un forte dolore. I disturbi collegabili all’artrosi dell’anca sono sicuramente la difficoltà a camminare (e conseguente zoppia), dolore all’inguine e al ginocchio, ma anche alla parte superiore della coscia.

I pazienti colpiti da questo disturbo hanno difficoltà a svolgere anche piccole attività di routine come abbassarsi, raccogliere un oggetto caduto ma anche salire e scendere i gradini.

Le articolazioni del corpo umano sono rivestite, nella parte finale, da legamenti, tendini, muscoli e dalla capsula. Inoltre, il movimento è assicurato da una membrana sinoviale che permette il rilascio di un lubrificante naturale, indispensabile per un corretto movimento. Parlando dell’anca, bisogna ricordare che essa si collega al bacino grazie al femore.

Il femore è un osso importantissimo perché si incastra perfettamente nell’acetabolo grazie alla sua testa sferica. In entrambi c’è uno strato di cartilagine indispensabile. Muscoli e tendini facilitano il lavoro evitando che si creino attriti, dolori e danni legati al peso o ad un movimento troppo brusco.

L’anca smette di funzionare in modo ottimale anche quando si è verificata una frattura o un danno permanente. In questo caso il soggetto avverte forte dolore e fastidio ed è limitato in tutti i movimenti che coinvolgono questa parte del corpo. In generale, l’artrosi colpisce la cartilagine, e le infiammazioni come l’artrite reumatoide, peggiorano notevolmente i sintomi.

Le cause più comuni dell’artrosi dell’anca o coxartrosi sono:

  • Età Avanzata
  • Cattive abitudini alimentari e conseguente incremento di peso;
  • Fattori ereditari
  • Conseguenze di patologie infantili legate all’anca
  • Necrosi della testa del femore
  • Traumi e lesioni sportive
  • Cadute
  • Malattie reumatiche e infiammatorie.

Il primo passo per diagnosticare la coxartrosi è quello di fare una visita specialistica ortopedica durante la quale il medico prescriverà anche diversi esami come una radiografia, necessaria per stimare la gravità della degenerazione artrosica in modo da valutare l’intervento più efficace. Altre volte poterebbe essere necessaria anche una risonanza magnetica o alcuni esami ematici. Questi esami aggiuntivi di solito si fanno quando è già presente un’infiammazione o in caso di artrite reumatoide, condizioni che accelerano il processo degenerativo e l’intervento deve essere tempestivo. Nei casi più gravi, dopo la visita ortopedica e i dovuti esami, il medico potrebbe indicare al paziente l’intervento chirurgico e l’installazione di una protesi all’anca.

Dopo la diagnosi dell’artrosi dell’anca si procede con l’assunzione di alcuni farmaci antinfiammatori generali e di integratori mirati, utili a ricostruire la cartilagine danneggiata. Spesso queste terapie vengono affiancate da sedute di fisioterapia può o meno frequenti.

Per aumentare l’efficacia della terapia si possono fare anche delle infiltrazioni di acido ialuronico che si è rivelato utile per problemi simili al ginocchio e che è efficace anche negli stadi iniziali di artrosi dell’anca. La tecnica più utilizzata per fare infiltrazioni in questa zona è il supporto di un’ecografia che guida il medico nell’intervento. Lo scopo principale è quello di lubrificare le zone, facilitare il movimento e ridurre il dolore. In questo modo migliora il movimento meccanico dell’anca ma occorre fare diverse infiltrazioni al mese, circa 3.

Esiste anche un metodo di mono somministrazione che dura anche un anno e che migliora notevolmente il movimento e le funzioni delle articolazioni e, ovviamente, anche il dolore. Altri tipi di infiltrazioni nell’anca vengono effettuati con fattori di crescita piastrinica che sono utili sempre nelle fasi iniziali del problema, se diagnosticato in tempo.

Quando, nonostante tutte queste precauzioni e provvedimenti, il paziente non avverte miglioramenti significativi, si deve procedere ad un’operazione chirurgica. L’artroprotesi è la soluzione più consigliata grazie alla sua efficacia consolidata. Dopo questo intervento, il paziente non avverte più dolore, può cominciare a camminare normalmente e può tornare a svolgere le normali attività quotidiane.